Ananda Yoga

ANANDA YOGA

Obiettivi di base dell’Ananda Yoga

L’Ananda Yoga, sviluppato da Swami Kriyananda, è dedicato a creare armonia tra corpo, mente e anima.
Swami Kriyananda, il fondatore dell’Ananda Yoga, scrive:

Lo Yoga, in quanto unione, implica una perfetta armonia di corpo, mente e spirito.
A livello fisico, implica una salute splendente.
A livello mentale, implica l’armoniosa integrazione della personalità, e la corrispondente eliminazione dei ‘complessi’ psicologici.
A livello di anima, lo yoga porta all’unione del piccolo sé con il più grande Sé, all’unione dell’ego con la vastità della Coscienza Cosmica, e dell’anima individuale con la sua Sorgente infinita: Dio.
— Swami Kriyananda, dall’articolo “Cos’è lo Yoga?”

Lo scopo primario dell’Ananda Yoga è lo sviluppo di una più alta consapevolezza. Esso insegna:

  • il passaggio graduale dalla consapevolezza fisica alla consapevolezza dell’energia (prana) nel corpo
  • la consapevolezza dello stato mentale, dei pensieri e degli atteggiamenti
  • la consapevolezza della nostra natura interiore più profonda, l’anima.

Nell’Ananda Yoga, le posture sono lo strumento che conduce a graduale scoperta interiore; consideriamo gli asana come un’avventura verso la consapevolezza.

Il nostro corpo

L’Hatha yoga è uno dei migliori sistemi conosciuti dall’uomo per alleviare i problemi fisici. Crea una sensazione di salute, benessere, armonia ed equilibrio, sia durante la pratica che dopo. Le posizioni yoga (asana) riducono lo stress ed eliminano le tensioni fisiche e mentali; abbassano la pressione alta e migliorano la circolazione del sangue; stimolano il funzionamento degli organi interni, della digestione, dell’eliminazione e del metabolismo; rafforzano il sistema nervoso, quello immunitario e quello endocrino; migliorano il sonno; aumentano la vitalità e l’agilità.
L’Ananda Yoga utilizza movimenti dolci e naturali che richiedono al sistema corporeo una tensione minima, ricavandone il massimo beneficio. Le posizioni yoga, lontano dall’essere un sistema di vigorosi esercizi ritmici, aiutano ad armonizzare il corpo in accordo con le leggi naturali. Lo yogi impara a sviluppare le proprie capacità latenti, piuttosto che a dipendere da qualcosa di esterno per ottenere il benessere fisico.

La nostra mente

Il frutto della pratica dello yoga dovrebbe essere un sentimento di pace interiore, di rilassamento mentale, e il fiorire delle nostre più pure qualità interiori: risvegliamo ciò che già abbiamo dentro.
Con ogni posizione yoga esprimiamo e sperimentiamo attivamente una specifica qualità interiore. La posizione dell’albero (vrikasana), per esempio, ci conduce naturalmente verso una sensazione di centratura e calma. Nell’Ananda Yoga potenziamo la qualità di ogni asana attraverso l’uso di affermazioni specifiche. In vrikasana, per esempio, affermiamo silenziosamente: “Sono calmo, sono sereno!”. L’uso di affermazioni appropriate per ogni asana rende l’Ananda Yoga unico nel suo campo.

La nostra Anima

Il frutto finale della pratica dello yoga dovrebbe essere una sensazione di ricettività, quiete, interiorizzazione. L’Ananda Yoga dirige l’energia (prana) verso l’interno e verso l’alto, conducendoci naturalmente a uno stato meditativo e alla comunione interiore.

I profondi Yoga Sutra, o aforismi, di Patanjali sono stati considerati per millenni come la Scrittura definitiva sullo yoga. Egli scrisse: “Yogas chitta vritti nirodh–Yoga è la neutralizzazione dei vortici di chitta”. Lo yoga è la neutralizzazione delle emozioni dell’ego: quando queste vengono calmate, lo yogi realizza che egli è, ed è sempre stato, uno con l’Infinito e che la sua consapevolezza di questa realtà era ristretta solo dalla sua infatuazione per la limitazione.

Lo scopo più elevato dello yoga consiste semplicemente nel mettersi in una posizione che consenta di sentire pienamente lo Spirito riversarsi dentro di sé. Se la grazia di Dio non viene percepita nella vita di tutti i giorni, non è a causa dell’indifferenza divina, ma perché le energie e l’attenzione dell’uomo sono dirette altrove.

Le posizioni yoga dovrebbero quindi essere praticate con un senso di venerazione, se si vuole trarre da esse il massimo beneficio. Esse furono create non da allenatori di calcio o da insegnanti di educazione fisica, ma da grandissimi saggi che riconobbero in certe posture l’espressione esteriore di movimenti interiori dell’anima.

In breve

La felicità a tutti i livelli è l’obiettivo più vero della nostra pratica. La più alta felicità interiore è chiamata Ananda (che in sanscrito significa beatitudine). La nostra tradizione Yoga si chiama, quindi, Ananda Yoga. Ananda non è un luogo fuori di noi: è un luogo interiore.

Fonte: ananda.it